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Tradizione brianzola: la festa della Giubiana

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L’ultimo giovedì del mese di Gennaio, seguendo la tradizione in Piemonte e Lombardia, si celebra il rito del falò della festa della Giubiana. Questa antica cerimonia si svolge per scacciare l’inverno e augurare un buon inizio d’anno. In molte piazze dei paesi della Brianza, si erige un grande falò e si fa ardere un fantoccio di paglia vestito con stracci, noto come la Giubiana. Questa figura simboleggia i problemi e le preoccupazioni dell’anno appena passato, nonché il malessere dell’inverno.

La comunità si riunisce per assistere a questo spettacolo e spera che la Giubiana bruci bene e rapidamente, portando con sé tutti i problemi e lasciando spazio a un nuovo inizio. La luce del falò rischiara le tenebre invernali e rappresenta la speranza di tempi migliori. È una tradizione radicata nella cultura locale che celebra la transizione tra l’anno vecchio e quello nuovo, simboleggiando la rinascita e la purificazione.

La legenda dietro la festa della Giubiana

La tradizione del falò della Giubiana è avvolta da diverse leggende e origini storiche. Una di queste leggende racconta di Giubiana, una castellana del XII secolo che tradì la sua città, Cantù, durante la guerra tra milanesi e comaschi per amore. Come punizione per il suo tradimento, fu messa alla pubblica gogna e condannata a morire tra le fiamme come una strega.

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Altre leggende collegano questa pratica ai riti celtici del I secolo d.C. I sacerdoti druidi bruciavano fantocci di vimini intrecciati per ottenere il favore degli dei in battaglia o per influenze benefiche sulle stagioni di semina e raccolto. In alternativa, alcune teorie attribuiscono l’origine dei roghi alla cristianizzazione nel IV secolo d.C., quando i sacerdoti cristiani simbolicamente bruciavano divinità pagane per promuovere la diffusione del cristianesimo.

In un’altra versione della leggenda, la Giubiana è descritta come una strega magra, con gambe lunghe e calze rosse. Abita nei boschi e si sposta da albero in albero. Questa figura spaventosa, secondo la leggenda, aveva l’abitudine di spaventare soprattutto i bambini e addirittura di cercare di catturare un bambino da mangiare durante l’ultimo giovedì di gennaio.

Questa versione della leggenda aggiunge un elemento più tenebroso e minaccioso alla figura della Giubiana, che si sposa con l’idea di scacciare l’inverno e le influenze negative attraverso il falò rituale. Questa strega spaventosa, con le gambe lunghe e le calze rosse, rappresenta il lato oscuro della cerimonia. Mira a liberare la comunità da qualsiasi male e portare la luce e la speranza nell’anno nuovo.

In ogni caso, il falò della Giubiana è diventato una tradizione radicata in Piemonte e Lombardia. Un rito che simboleggia la fine dell’inverno e la purificazione dell’anno nuovo, indipendentemente dalle sue origini esatte.


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