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Turismo in Brianza: cosa vedere a Albiate

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Albiate, Albiàa in dialetto brianzolo si trova della provincia di Monza e della Brianza in Lombardia

Cosa vedere ad Albiate

1 La parrocchiale di San Giovanni Evangelista in piazza conciliazione

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La presenza in Albiate di una chiesa parrocchiale intitolata a San Giovanni Evangelista è attestata sin dal 1280: una descrizione contenuta nel «Liber Notitiae» di Goffredo di Bussero testimonia di una chiesa «a due navate, divise da due colonne di pietra. La navata di destra è coperta di tegole e di assi incatramati, sulla facciata presenta una finestra senza serramenti e senza vetri e una porta. Nel pavimento si trovano sei sepolcri, di cui tre aperti.

L’altra navata, verso settentrione, è coperta solo di tegole, senza soffitto e i muri non sono neppure spalmati di calce, una finestra senza serramenti e una porta laterale. In fondo si eleva il campanile con due campane».

Le testimonianze successive non parlano di un edificio di particolare pregio artistico, né di particolare cura: il cardinale Carlo Borromeo, al termine della sua visita pastorale del 17 agosto 1578, rimproverò gli albiatesi per lo stato di abbandono in cui versava la chiesa, ordinandone l’immediata riparazione. Pochi anni dopo quella visita, la chiesa venne ampliata con la costruzione di una terza navata.

I lavori ebbero inizio nel 1780 e si protrassero per tre anni.
Al momento di provve-dere per gli arredi, si ricorse ad ornamenti provenienti da chiese e monasteri di Monza, in quel periodo soppressi.
Benedetta nel 1784, la parrocchiale venne nei decenni successivi impreziosita da nuovi arredi sacri e dagli affreschi del pittore Raffaele Casnedi.

L’incremento della popolazione di fine Ottocento rese necessario un ampliamento della chiesa parrocchiale.
Rispettando lo stile rinascimento, si conservò la parte anteriore del 1780 , se ne abbatterono 14 metri, si aggiunse una nuova costruzione di 34 metri, raggiungendo così la lunghezza complessiva di metri 56 su una larghezza massima di metri 28 tra le cappelle laterali. Ultimati i lavori, la chiesa venne consacrata dal card. Andrea Carlo Ferrari il 14 novembre 1903.
Nel 1927, parroco don Carlo Martinelli, venne costruito il battistero al lato sinistro della chiesa.

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2 Palazzo Tomini e Villa Tanzi

Il cuore del centro storico di Albiate è caratterizzato da due importanti dimore patrizie.
La «Casa del Conte Tomini» sorge sulla piazza Conciliazione: ha le forme tipiche dei palazzi urbani settecenteschi, essendo direttamente affacciata allo spazio pubblico con una facciata a tre piani, rigidamente simmetrica, al cui centro si apre l’androne dell’ingresso.

La villa fu posta nella dote di Maria Bendoni quando, nel 1782 andò in sposa al conte Francesco Tomini, di origine bergamasca, che si stabilì in Albiate, dove fu anche sindaco dal 1807 al 1809 e, successivamente, dal 1817 al 1819.

L’attuale aspetto del palazzo è dovuto alla riforma ottocentesca: dell’originale impianto settecentesco rimane solo il portale centrale e, nella parte posteriore, il triportico ad archi ribassati.
Il piccolo cortile posteriore, parzialmente sistemato a giardino, è delimitato da alcuni fabbricati rustici minori, che lo separano dalla Villa San Valerio.

La villa Tanzi, che dagli anni Cinquanta dello scorso secolo accoglie la casa dei Padri Betharramiti, fu costruita verso la metà dell’Ottocento come residenza estiva della famiglia Tanzi.
Le progressive modifiche alla struttura rendono difficile comprenderne l’impianto architettonico originario: sono rimaste abbastanza integre solo alcune sale al pian terreno, dove sono ancora visibili alcune decorazioni pittoriche di gusto neoclassico.

L’impianto del parco circostante la villa, invece, è conservato quasi integralmente, ad eccezione della porzione oggi occupata dal palazzo del BancoDesio.

3 Villa Campello

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Ubicata a poche decine di metri dalla riva destra del fiume Lambro, Villa Campello prende il nome dalla località in cui sorge, il «Campello» appunto.
Il complesso recintato si estende per una superficie di 50000 metri quadrati, all’interno dei quali sono edificati anche un alloggio per il custode ed una casa colonica, oggi in totale rovina. Al parco si accede attraverso un viale alberato che incornicia la villa in una suggestiva scenografia, nella quale si possono ammirare monumentali esemplari arborei, tra cui faggi, tigli, ippocastani, araucarie e cedri.

La villa è un edificio eclettico, dove stili architettonici molteplici ed estesi tra il
Rinascimento fino al Neoclassico si fondono in un insieme nel complesso armonioso. L’edificio si sviluppa su tre piani sopra una pianta grossomodo ad U per una superficie di circa 900 metri quadri.
Avviata nel 1903 su progetto dell’architetto Giuseppe Gmur, la costruzione della villa fu ultimata nel 1907. L’impianto del parco circostante, tuttavia, è probabilmente antecedente, come dimostra la presenza di alcune essenze arboree ultrasecolari.
La Villa fu l’abitazione di Michelangelo Viganò e di sua moglie Serafina Boleri, che curarono direttamente la progettazione del parco, traendo più di un’ispirazione dalla dimora abituale della famiglia Viganò, la Villa dell’Orlanda a Rancate.

Michelangelo Viganò apparteneva ad un’importante famiglia della borghesia industriale: suo padre Galeazzo aveva fondato una importante filatura che ha rappresentato l’occasione di lavoro per centinaia di persone. Dalla Villa Campello si poteva udire il suono della sirena che scandiva i ritmi della fabbrica, oggi ridotta a rudere abbandonato.

Gli anni della costruzione di Villa Campello coincidono con il periodo di maggiore prestigio industriale e civico della famiglia Viganò: lo stesso Michelangelo rivestì a più riprese l’incarico di assessore e consigliere comunale, mentre la sua famiglia contribuì alla crescita della comunità albiatese con la costruzione delle case degli operai e della scuola materna.

Michelangelo Viganò abitò la villa, insieme con la moglie e le tre figlie, sino al 1918, anno della sua prematura scomparsa.

Nel 1921 Serafina Boleri, con le tre figlie, lasciò Albiate e la villa divenne la dimora della famiglia di Antonio Viganò, che era il fratello minore di Michelangelo.
Al piano terreno della Villa, si trova la sala del Consiglio Comunale, che è intitolata alla memoria del Senatore Vittorino Colombo, già ministro e presidente del Senato della Repubblica, nativo di Albiate. Sempre a pian terreno vi è la sala di rappresentanza, alla quale è stato mantenuto in buona parte l’aspetto originario.

4 Altri luoghi
Villa Campello, sede comunale
Santuario di San Fermo
Parrocchiale San Giovanni Evangelista, benedetta nel 1784
Campanile della parrocchiale, risalente all’XI secolo
Palazzo Tomini
Villa Airoldi (o Villa San Valerio) con chiesa S. Valerio
Villa Tanzi
Oratorio papa Paolo VI (l’oratorio più grande d’Italia)

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Fondatore unico nel 2003, del sito Made in Brianza e, nel corso degli anni, di tutti i canali social collegati. Socio insieme a Samuele del Marchio Registrato Made in Brianza ®. Coordina lo staff che si occupa dei social e crea contenuti e idee

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